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Consumatori responsabili.Convegno e Assemblea il 28 aprile 2014.

L’Osservatorio Ethos istituito presso il Dipartimento di Scienze della Formazione del Campus aretino dell’Università di Siena, nell’ambito della collaborazione con il Comitato UNC di Arezzo, ha organizzato un convegno nazionale che si terrà alle ore 9.00 del 28 aprile 2014 presso l’Aula Magna in Via Luigi Cittadini n. 33, sul tema: “SOSTENIBILITA’ E CONSUMO RESPONSABILE”.

Sono invitati a partecipare al Convegno tutti i Soci del Comitato UNC di Arezzo e i rappresentanti dei Comitati e delle Delegazioni UNC della Toscana.

Il Convegno prevede la partecipazione, tra gli altri, del Ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini e di Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati.

Parteciperà alla Tavola Rotonda, Massimliano Dona, Segretario Generale della Unione Nazionale Consumatori.

Sarà l’occasione propizia anche per un incontro di tutti i soci del Comitato di Arezzo con i rappresentanti dei Comitati e Delegazioni UNC della Toscana.

Alle ore 17.00 si svolgerà inoltre la cerimonia di consegna del Premio Ethos 2014 al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

A seguire, alle ore 18.00, presso la sede U.N.C. di Via Crispi n. 23 ad Arezzo, si svolgerà l’assemblea dei Soci del Comitato UNC di Arezzo con il seguente ordine del giorno:

a) relazione sull’attività istituzionale del Comitato UNC di Arezzo per l’anno 2013;

c) bilancio consuntivo anno 2013;

d) programma delle attività istituzionali per l’anno 2014.

e) aggiornamento composizione del Consiglio Direttivo;

f) elezione nuovo Presidente del Comitato.

Con l’augurio di incontraci tutti il 28 aprile nella sede dell’Università, a tutti i Soci del Comitato UNC di Arezzo vanno i nostri più cari saluti e auguri di buone festività.

Antonino Armao

Presidente Comitato UNC di Arezzo.

INVITO:invito.convegno sostenibilità

Vendite salvagas: occhio alle truffe

E’ arrivata anche ad Arezzo la vendita porta a porta di rilevatori di gas, una pratica subdola al limite tra la prassi commerciale scorretta e la truffa aggravata ai danni di persone anziane.

Alla fine del 2012 la Procura di Brescia aveva disposto l’arresto ai domiciliari per tre venditori che avevano convinto altrettanti anziani ad acquistare apparecchi cosiddetti “salvagas” dicendo che erano obbligatori per legge.

Ora anche una anziana signora di Arezzo, residente in zona Giotto, è rimasta vittima del raggiro.

Nei condomini della zona, abitata soprattutto da anziani, sono comparsi volantini che annunciavano l’arrivo di rappresentanti di apparecchi per la rilevazione di fughe di gas per conto di una ditta che ha sede legale a Milano e depositi nel bresciano. La signora ha aperto la porta a uno di questi presunti venditori, che le ha detto che l’installazione del macchinario era obbligatoria per legge. Una falsità, che però è stata la molla che ha fatto sì che l’anziana decidesse di procedere all’acquisto, spaventata da eventuali sanzioni. La signora ha sborsato ben 249 euro in contanti per un apparecchio che si può trovare in qualsiasi negozio di ferramenta e che ha un valore di mercato di 20-30 euro.

Il venditore le ha fatto firmare un contratto di vendita con la scritta in stampatello “Non è obbligatorio” in alto e vicino alla firma. Una scritta ambigua che da un lato vorrebbe tutelare la società dai rischi penali, ma che dall’altro può essere interpretata in qualsiasi modo dal truffatore, soprattutto se ha davanti una persona anziana.

Come ultima beffa, l’incaricato ha lasciato alla signora un libricino con consigli su come difendersi dalle truffe.

Per l’acquirente rimane valida la facoltà di esercitare entro 10 giorni il diritto di recesso dall’acquisto rispedendo alla società lombarda a mezzo raccomandata tutto il materiale allegato e l’apparecchio e sperare nella restituzione di quanto sborsato.

IMU: E’ DAVVERO “TAX FREE”?

Bene l’abolizione dell’Imu, ma è fondamentale vigilare sui balzelli. Il commento dell’Unione Nazionale Consumatori.

“L’abolizione dell’IMU darà respiro alle famiglie soltanto se si dimostrerà un provvedimento ‘tax free’, come assicurato dal Presidente del Consiglio Enrico Letta”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (http://www.consumatori.it), in riferimento alle notizie riguardanti un giro di aumenti conseguente alla cancellazione dell’imposta sulla casa.

“I contribuenti -aggiunge Antonino Armao, esperto dell’Unc di tasse e tributi- non sono disposti ad accettare trasformismi fiscali e giochi sulle loro spalle: eliminare l’Imu, per meri motivi politici, facendo pagare ai cittadini vecchie tasse dai nuovi nomi fantasiosi, sarebbe una vera e propria frode. La pressione fiscale, piuttosto, deve essere ridotta tagliando la spesa pubblica improduttiva e aumentando l’efficienza dei servizi”.

“La conversione della Tares in una ‘Service Tax’ -prosegue Armao- ci auguriamo renda il sistema della tassazione locale più equo e trasparente e sia anche l’occasione per abolire quelle imposte parassitarie che, finora, sono sfuggite al controllo dell’opinione pubblica (come i contributi di bonifica, un vero e proprio balzello pagato dai cittadini al sottobosco delle clientele politiche locali)”.

“Il passo successivo -conclude Dona (segui @massidona su Twitter)- è scongiurare l’aumento dell’Iva che, se si realizzasse, avrebbe effetti deleteri sul potere d’acquisto delle famiglie, ma anche sull’intera economia del Paese che, finalmente, sembra registrare una debole ripresa”.

 

BENE L’ABOLIZIONE DELL’IMU MA NIENTE GIOCHI DELLE TRE TASSE

Bene l’abolizione dell’IMU annunciata dal Governo se va nella direzione di una effettiva riduzione della pressione fiscale sui consumatori e sulle piccole imprese, che è la principale causa della stagnazione economica.

Ma attenzione, i contribuenti non saranno disposti ad accettare trasformismi fiscali e giochi delle tre tasse. L’IMU non deve essere soppressa per finta chiamandola in altri modi fantasiosi, sarebbe una frode. La pressione fiscale deve essere ridotta tagliando la spesa pubblica improduttiva e aumentando l’efficienza dei servizi.

La conversione della Tares in una “Service Tax” sia l’occasione per rendere il sistema della tassazione locale più equo e trasparente e per avvicinare la responsabilità del prelievo fiscale a chi ha la responsabilità della spesa. E sia anche l’occasione per abolire tutti i balzelli parassitari che finora sono sfuggiti al controllo dell’opinione pubblica come i contributi di bonifica, un vero e proprio pizzo sacrificato al sottobosco delle clientele politiche locali.

AGGIORNAMENTO SUGLI AVVISI DI PAGAMENTO DEL CONSORZIO DI BONIFICA DELLA VALDICHIANA ARETINA

Con sentenza n. 74/30/13 depositata il 17/06/2013 la Commissione Tributaria Regionale, confermando la decisione della Commissione Tributaria provinciale di Arezzo del 31 marzo 2011, ha stabilito che i contributi richiesti dal Consorzio di Bonifica della Valdichiana aretina non sono dovuti.

Ciò nonostante, con una protervia ed una arroganza burocratica che rasentano la violenza, dopo la sentenza sfavorevole il Consorzio ha ugualmente inondato i cittadini di una vera e propria piena di avvisi di pagamento per gli anni 2012 e 2013.

Non è necessario qui entrare nel merito della complicatissima vicenda burocratica che ha portato a questa decisione perché riteniamo che una volta tanto il diritto (accertato in una sentenza) coincide esattamente con la percezione e con il buon senso della gente che già da tempo ha capito che questi contributi non vanno pagati.

Intendiamo qui semplicemente unirci al coro dei cittadini e delle Associazioni che hanno richiesto la chiusura di questo Consorzio di bonifica e la rinuncia da parte di questo Ente a richiedere altri soldi oltre quelli già incassati. Soldi che ripetiamo, non sono dovuti per decisione della Magistratura Tributaria oltre che per volontà della stragrande maggioranza dei cittadini ai quali ripugna questo balzello.

Pertanto, quanti hanno già fatto ricorso e hanno ottenuto una sentenza favorevole, anche in secondo grado, hanno buon diritto di non pagare l’avviso contro il quale hanno fatto ricorso.

Ma poichè, riteniamo, che il Consorzio sta calpestando non solo la decisione della Magistratura tributaria ma anche i più elementari principi di giustizia sostanziale e di etica pubblica, anche TUTTI I CITTADINI che non hanno fatto ricorso e che in questi giorni stanno ricevendo dal Consorzio una nuova inondazione di avvisi di pagamento, HANNO PIENO DIRITTO DI NON PAGARE ALCUNCHÉ.

Al Consorzio di Bonifica della Valdichiana aretina chiediamo di congelare tutte le richieste di contributi onde evitare che, a causa della grave situazione economica che stiamo attraversando, anche un piccolo abuso burocratico venga percepito come la goccia che farà tracimare la rabbia dei cittadini. Altro che bonifica!

Per maggiori dettagli, si può leggere (qui sotto) la relazione presentata dalla Unione Nazionale Consumatori alla Sesta Commissione Finanze del Senato per chiedere al Parlamento l’abolizione dei contributi di bonifica.

AUDIZIONE SENATO 18 giugno 2013_stampa

 

CONTRIBUTI DI BONIFICA. La Giustizia tributaria ha deciso: sono illegittimi.

La Commissione Tributaria Regionale Toscana (Sezione n. 30) ha comunicato ieri di avere respinto l’appello del Consorzio di Bonifica della Valdichiana Aretina contro la decisione della Commissione Tributaria Provinciale di Arezzo che dava ragione ai cittadini che contestavano il pagamento dei contributi di bonifica. Quindi i contributi di bonifica non sono dovuti.

Questa é una grande vittoria della Giustizia tributaria per molte migliaia di contribuenti che non accettano né sul piano giuridico né su quello democratico di essere chiamati a pagare oltre all’IRPEF e all’IMU altre tasse aggiuntive sulla proprietà immobiliare per servizi di manutenzione di utilità generale che fanno carico alla fiscalità e per i quali hanno già pagato le tasse allo Stato, alla Regione ed ai Comuni.

Mentre attendiamo di conoscere la motivazione della sentenza per esprimere giudizi più precisi sul da farsi, riteniamo che la Giustizia tributaria toscana ha sostanzialmente accolto la nostra tesi e cioè che i contributi di bonifica sono una tassa occulta sulla proprietà immobiliare, compresa la prima casa, e che questa situazione è del tutto illegittima e incostituzionale.

Proprio per questo, forti adesso della vittoria in primo e in secondo grado, la nostra Associazione, martedì 25 giugno 2013, presenterà alla VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica un documento elaborato dal Comitato UNC di Arezzo, nel quale si sostiene che i contributi di bonifica rappresentano in tutta Italia una tassa occulta e incostituzionale sugli immobili e si chiede l’abrogazione delle norme che autorizzano i Consorzi a richiederli.

Seguiranno altri comunicati con notizie più dettagliate.

NESSUNA TUTELA SOTTO I 500 EURO?

La class-action e l’ADR dovrebbero aiutare i cittadini ad ottenere giustizia così riducendo quella asimmetria processuale che, di fatto, induce i consumatori a rinunciare ai propri diritti se la controversia ha un valore inferiore ai 500 euro: in questa riluttanza risiede il più appariscente limite nella concreta tutela del consumatore che ricade, più in generale, sull’efficienza stessa del mercato.

L’azione di classe e le soluzioni alternative delle controversie (ADR) cercano di ovviare all’asimmetria processuale, cioè a quel divario tra l’utilità della tutela individuale ed il costo che il consumatore si assume nel momento in cui decide di intraprendere un’azione. Perché si possa dire che i diritti dei consumatori siano effettivi in Italia, dunque, sarebbe necessario poter affermare che essi siano concretamente azionabili: nel nostro Paese, invece, esiste ancora una significativa distanza tra la protezione scritta nel Codice del Consumo (c.d. ‘law in the book’) e quella effettivamente riconosciuta nel mercato (‘law in action’).

Nonostante l’Unione Nazionale Consumatori sia la prima associazione ad aver vinto una class-action nutriamo ancora forti dubbi sull’efficacia di questo strumento. Per certi aspetti potrebbe aiutare un maggiore sviluppo degli strumenti alternativi di soluzione delle controversie ed in particolare le conciliazioni; ma a volte non è una strada meno tortuosa. E’ da queste premesse che discende l’esigenza di riformare questi strumenti, nella prospettiva di realizzare un vero enforcement, anche in virtù della funzione di deterrenza che la minaccia di una reale tutela potrebbe esercitare nel dissuadere i comportamenti delle imprese scorrette.

 

“FATTI SMART!”: IN UN VIDEO LE INDICAZIONI DEL GARANTE PER PROTEGGERE LA PRIVACY SU SMARTPHONE E TABLET

Milioni di persone in tutto il mondo usano smartphone e tablet per comunicare, lavorare e divertirsi. Queste tecnologie consentono di navigare sul web come se si usasse un tradizionale computer e integrano molteplici funzioni e applicazioni, che possono però rivelare molto su scelte e abitudini personali.

Nella memoria di smartphone e tablet è conservata, infatti, una grande quantità di informazioni personali spesso delicate, quali foto, filmati, messaggi, dati telematici o la posizione geografica in cui ci si trova in ogni istante della giornata.

Per comprendere a quali pericoli si può essere esposti, basti pensare che a volte si conservano in memoria anche password personali, codici di accesso e dati bancari. Le stesse comunicazioni telefoniche o i messaggi scambiati via e-mail, sms o tramite servizi messenger contengono dati personali.

Per sensibilizzare gli utenti italiani sull’importanza di proteggere queste informazioni, il Garante per la protezione dei dati personali ha realizzato un video tutorial con l’obiettivo di offrire alcune semplici e utili indicazioni su come tutelare la propria privacy quando si utilizzano smartphone e tablet.

Il Garante raccomanda agli utenti di adottare semplici ma fondamentali accorgimenti, di tenersi sempre informati (e di gestire responsabilmente la conservazione e la condivisione di dati personali) e ricorda che è sempre possibile rivolgersi ai suoi uffici per ottenere informazioni e chiarimenti o per richiedere interventi a tutela della propria riservatezza.

Il video di animazione, intitolato “Fatti smart!”, ideato per raggiungere in particolare un pubblico di utenti giovani, può essere scaricato dal sito internet dell’Autorità www.garanteprivacy.it o visto sul canale Youtube http://www.youtube.com/videogaranteprivacy. (Fonte: Garante Protezione dei Dati Personali)

INIQUO E CONTROPRODUCENTE L’AUMENTO DEL PRA

Il recente “ritocco” delle tariffe per le formalità del PRA rappresenta l’ultimo esempio della miopia strategica che affligge la politica e l’esecutivo in carico, preda delle lobby e prodigo di contentini. Il prossimo ritocco sarà, probabilmente, il ritorno del “bollino blu”, balzello di assai dubbia utilità pratica e sarà promosso a gran voce dalla lobby degli artigiani con il pretesto della sicurezza, assicurata in via indiretta dalla visita annuale di ogni automobilista, cioè 37.000.000 di cittadini, presso un’officina, la cui unica qualifica è aver pagato un balzello all’amministrazione e acquistato un’apparecchiatura.

L’ACI vedrà diminuire i propri ricavi, gli automobilisti si terranno la vettura che hanno e i concessionari assisteranno impotenti ad un altro anno di perdita di immatricolazioni e piazzali intasati di vetture usate che fanno fatica a trovare acquirenti. La lobby degli ecologisti sarà felice del calo del traffico e de consumi di carburante, nella loro utopia di “decrescita felice”, pagata sulla pelle dei disoccupati, dei non occupati e del gelo dell’economia; l’inquinamento si combatte con una visione complessiva, che prenda coscienza che la mobilità individuale è un bisogno primario e non un capriccio di abbienti esibizionisti. La nostra Unione non vuole solo protestare contro un singolo provvedimento, tanto iniquo quanto controproducente e miope, ma richiede con forza una politica complessiva dell’auto, che coniughi il rispetto delle necessità primarie dei consumatori e la ripresa dello sviluppo dell’economia del Paese

 

RC AUTO: NO AL PROFITTO SULLE SPALLE DEI CONSUMATORI

“La salute dei cittadini non è in saldo e non possiamo permettere che ancora una volta a prevalere siano gli interessi delle lobby”. E’ quanto ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (http://www.consumatori.it), contestando il decreto che unifica i valori dei risarcimenti per danni gravi alla persona derivati da incidenti stradali tagliandoli di circa il 40%.

Prevedere una diminuzione così importante dei risarcimenti per chi subisce un incidente grave è un affronto alla dignità di quei cittadini che piuttosto, dopo aver subito un’invalidità fisica, avrebbero bisogno di un supporto economico per far fronte ai problemi. Senza contare che il provvedimento è tutto a vantaggio delle assicurazioni che, pur risentendo di questo periodo di crisi, non possono cercare di recuperare profitto risparmiando sui diritti dei consumatori.

Ci auguriamo che il decreto sia modificato all’insegna dell’equità e della giustizia e soprattutto che il Governo in questa fase in cui deve risolvere solo gli “affari correnti” comprenda le difficoltà in cui vivono gli italiani e si impegni a diminuire i premi dovuti alle assicurazioni per dare respiro alle famiglie.