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marzo, 2013:

AFFARI TUOI: ADESSO E’ CORRETTO?

Dopo il provvedimento della Procura di Roma che ha chiesto l’archiviazione delle querele per diffamazione in merito ad “Affari tuoi”, molti consumatori ci chiedono se possono ancora fidarsi del gioco dei pacchi.

“Moltissimi appassionati del gioco dei pacchi ci chiedono se, dopo le nostre denunce, il gioco di Raiuno sia attualmente credibile: io fui estromesso dal mio ruolo di controllo, quindi non ho certezze su ciò che accade adesso, ma i miei sospetti restano”. Con queste parole Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (http://www.consumatori.it), ha risposto alla curiosità della gente delusa dalle vicende processuali che hanno coinvolto il famoso quiz show “Affari tuoi” condotto da Max Giusti.

“Nel mio libro (‘Affari loro’, Minerva edizioni) -ha affermato Dona (segui @Massidona su Twitter)- spiegai dettagliatamente in che modo il gioco favoriva le vincite di alcuni concorrenti: il luogo delle scorrettezze era la stanza dove si svolgevano gli abbinamenti pre-partita (per questo mi fu impedito di accedere in quel posto, territorio esclusivo del dirigente Rai e del notaio). Anche se la Rai oggi dichiara che è tutto regolare -ha proseguito Massimiliano Dona- restano i miei dubbi: per quanto ne so, infatti, ancora oggi quella stanza è off-limit per ogni verifica esterna”.

“Mi dispiace dirlo -ha concluso l’avv. Dona- ma il recente provvedimento della Procura di Roma rappresenta una macchia anche per i rappresentanti delle altre associazioni di consumatori che invece restarono nel programma, evidentemente senza richiedere di controllare nella stanza dei sorteggi: attualmente la loro presenza in diretta ad ‘Affari tuoi’ é solo un regalo per la Rai”.

PUBBLICITA’: IL GRANDE INGANNO DELLE RATE

A seguito di una denuncia dell’Unione Nazionale Consumatori, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha condannato Mercedes per pubblicità ingannevole per le campagne Smart “Veramente sono 95 euro al mese?” e SLK “Perché mettere un tetto ai tuoi desideri?”.

Nel primo caso la cartellonistica stradale enfatizzava il costo delle rate senza precisare che i consumatori, al termine del finanziamento di tre anni, per acquisire la titolarità del veicolo avrebbero dovuto versare una maxirata finale di 5.548 euro ovvero restituire il veicolo anche se in buona parte già pagato; le affissioni pubblicitarie di SLK, invece, promettevano che sarebbe stato possibile acquistare una vettura con rate mensili di 249 euro senza precisare i reali costi del finanziamento.

In questi ultimi mesi abbiamo segnalato all’AGCM e anche attraverso la nostra campagna #cosedanoncredere, numerosi spot nel settore automotive, in particolare con riguardo al tema dei finanziamenti e delle vendite a rate: i messaggi si fanno sempre più aggressivi e numerosi consumatori ci raccontano la triste esperienza di scoprire, solo una volta giunti presso il concessionario, che nelle parole dei pubblicitari ci sono molte fantasie.

C’è da augurarsi che questi provvedimenti, sempre più frequenti grazie al costante impegno dell’Antitrust, possano spiegare alle grandi imprese e a chi si occupa di produrre le campagne pubblicitarie che l’inganno non paga e che la crisi nella quale versa il Paese non può essere risolta promettendo ai consumatori agevolazioni di pagamento che esistono solo sulla carta: in questo modo non si fa che aggravare la sfiducia dei consumatori verso il mercato.

QUANTO SPENDE LA RAI?

In un momento in cui crolla il potere d’acquisto dei consumatori e le famiglie vivono una fase di deprivazione, sono indecorosi i compensi di alcuni personaggi televisivi e il costo di format spacciati per nuovi, ma che, sinceramente, non sembrano neanche così originali. Viene da chiedersi: fino a che punto è legittimo spendere per tentare il successo di un programma televisivo, soprattutto se si tratta di soldi pubblici? Non ci rassicura, poi, la presa di distanza del Direttore generale Luigi Gubitosi che, proprio in relazione al “milione a puntata” di investimenti per il programma “The voice”, ha dichiarato di “non essere al corrente di tutto ciò che accade all’interno della sua azienda”; ma allora: chi avrebbe dovuto saperlo?

Ci auguriamo che la dirigenza della Rai voglia dare al più presto spiegazioni su una decisione che va contro i piani aziendali che lo stesso Gubitosi ha annunciato, ma soprattutto che grava sulle tasche degli italiani che, dalla televisione pubblica, vorrebbero ben altro servizio e soprattutto molta più trasparenza.

 

NON SOLO UOVA: ATTENTI ALLE FRITTATE DI PASQUA

Con le festività pasquali alle porte, acquistiamo le uova di cioccolato prestando attenzione alla qualità!  Spesso si tratta di prodotti ‘civetta’ che vengono venduti a prezzi molto bassi per indurre il consumatore a comprare anche altro. Il consiglio è quello di approfittare delle occasioni, ma sempre leggendo con molta cura le indicazioni riportate in etichetta.

Attenzione dunque alla data di scadenza del prodotto e alla qualità del cioccolato: solo il ‘cioccolato puro’ non contiene oli tropicali o altri grassi vegetali; in caso contrario, deve essere riportata la dicitura ‘contiene altri grassi vegetali oltre al burro di cacao’, dicitura che deve essere ben visibile e chiaramente leggibile in modo da essere di facile e immediata consultazione per il consumatore. Se poi l’etichetta riporta l’indicazione cioccolato ‘finissimo’ o ‘superiore’  il contenuto di cacao deve essere almeno il 43%, mentre se nell’elenco degli ingredienti è dichiarato ‘cioccolato comune’, la qualità è più scadente poiché il cacao è il 25% e l’uovo di Pasqua deve costare di meno”.

Non dimentichiamo infine che l’etichetta può fornire indicazioni utili anche sul prezzo adeguato del prodotto: considerato il contenuto in cacao della cioccolata (inferiore al 50%) e valutati i costi di produzione, di confezione e della sorpresa, un prezzo ragionevole dovrebbe aggirarsi tra i 35 e i 45 euro al Kg”.

INGORGO FISCALE (ad Arezzo c’è pure la Bonifica)

Mesi terribili per i cittadini, quelli di giugno e luglio, in arrivo una pioggia di tasse pari a oltre 31 miliardi di euro.

Si tratta delle scadenze relative all’acconto Imu, circa 11,6 miliardi, il saldo Irpef, altri 14,4 miliardi, l’acconto Tares pari a 4 miliardi e la nuova tassa sui rifiuti da pagare in due rate invece delle precedenti quattro o sei. Non manca l’aumento dell’Iva di un punto che porterà nelle casse dello stato 1,8 miliardi di euro. La Cgia di Mestre invece segnala quanto dovranno pagare lavoratori autonomi, piccoli imprenditori: uno stress test fiscale e contributivo. Si tratta dei versamenti Inps, l’iscrizione annuale alla camera di commercio, la prima rata dell’Imu e della Tares. Nel totale si calcola un esborso di circa 25.700 euro per ogni contribuente. C’è poi da tenere conto che anche quest’anno le regioni possono aggiungere all’aliquota base pari all’1,23% un altro 0,5%, con punte anche dell’1,1% nel 2014 o anche già da quest’anno in caso di regioni che sono costrette al piano di stabilizzazione finanziaria.

L’aumento previsto per quest’anno sarebbe di 149 euro. Per l’Irpef comunale invece ci sarebbe un aumento di 29 euro arrivando quindi a un esborso per singolo cittadino di 171 euro di aumento.

A questo quadro apocalittico, in provincia di Arezzo si aggiunge il Consorzio di bonifica della Valdichiana  che, stando ad alcune indiscrezioni di stampa, avrebbe in mente di inviare a breve una doppia richiesta di contributi, per il 2012 e per 2013 (addirittura in anticipo).

Quando è troppo è troppo.

ELETTRODOMESTICI: GARANZIA A TEMPO?

Secondo recenti indagini, alcuni produttori metterebbero sul mercato beni realizzati appositamente con materiali scadenti che si rompono una volta scaduto il periodo di garanzia. Quanto emerso in alcune recenti indagini non fa che confermare l’opinione dei consumatori. Ci riferiamo alla presenza sul mercato di apparecchi elettrici di produzione tedesca assemblati dalle case produttrici con componenti destinati a deteriorarsi, in modo tale da rompersi una volta scaduto il periodo di garanzia. C’è da credere che certi produttori utilizzino appositamente materiali scadenti in modo da compromettere l’utilità del bene ed una rapida usura dei suoi componenti. In questa maniera i consumatori, di fronte ad un prodotto non più in garanzia, si vedono costretti a riacquistare nuovi articoli: la nostra Unione sta verificando l’incidenza nel mercato italiano del fenomeno descritto, con particolare riguardo agli elettrodomestici di provenienza tedesca.

DAL 5 MARZO 2013 MAGGIORI TUTELE PER I VIAGGIATORI IN AUTOBUS

Dal primo marzo chi viaggia in autobus avrà le stesse tutele del trasporto aereo, ferroviario e marittimo grazie ad un nuovo regolamento europeo.

Il nuovo regolamento riconosce a chi viaggia su gomma gli stessi diritti di chi si sposta in treno, aereo e nave, dunque: informazioni adeguate, assistenza in caso di cancellazioni e ritardi, rimborsi e risarcimenti.

La Commissione europea, infatti, dopo aver varato norme per i passeggeri del trasporto aereo, ferroviario e marittimo, ha emanato il Regolamento n° 181/2011 sulla tutela di chi viaggia all’interno dell’Unione europea avvalendosi di autobus e pullman.

Ecco i diritti sanciti dal Regolamento:

Informazione

Diffusione e pubblicazione delle informazioni a carattere generale sui diritti dei viaggiatori di autobus/pullman nelle stazioni e via internet e prima e durante il viaggio

Tariffe e condizioni contrattuali

Nessuna discriminazione basata sulla cittadinanza

Overbooking, cancellazione e ritardo della corsa

Rimborso del prezzo del biglietto o “reinstradamento” (una sorta di riprotezione) su altro pullman in caso di emissione di biglietti superiore ai posti disponibili (overbooking), cancellazione o ritardo superiore a 2 ore della corsa (per distanze superiore ai 250 km).

Ulteriore rimborso del 50% del prezzo del biglietto (oltre al rimborso pieno), nel caso in cui, per overbooking, cancellazione o ritardo superiore alle 2 ore dall’orario di partenza e sempre per distanze superiori ai 250 km, la società di trasporti non consenta al passeggero di scegliere tra rimborso e reinstradamento.

Assistenza (pasti e bevande) ed eventuale sistemazione in albergo, in caso di cancellazione o ritardo oltre i 90 minuti per i viaggi di durata superiore alle 3 ore (applicabile solo per distanze superiori ai 250 km).

Incidenti stradali

Risarcimento in caso di decesso, lesioni, perdita o danneggiamento del bagaglio

Reclami

Istituzione di un sistema di gestione dei reclami da parte della società di trasporti

Persone disabili o a mobilità ridotta

Assistenza gratuita nelle stazioni di autobus designate e a bordo degli autobus

Risarcimento in caso di perdita o danneggiamento delle attrezzature per la mobilità;

Il Regolamento prevede inoltre l’istituzione in ogni Stato membro di un’Authority nazionale in grado di garantirne l’applicazione e, nei casi di mancato rispetto, di comminare sanzioni.

REDDITOMETRO, E’ POLEMICA: NO A VESSAZIONE DEI CONTRIBUENTI-CONSUMATORI

Non solo Imu. Al centro della campagna elettorale, da qualche giorno, è finito anche il redditometro ossia lo strumento in mano all’Agenzia delle Entrate per effettuare controlli sulla coerenza tra i redditi dichiarati e le spese effettuate dal contribuente. Il dibattito si è acceso attorno alla sua applicazione: l’onere della prova per giustificare le spese che sforano di oltre il 20% rispetto al proprio reddito è a carico del contribuente. Su questo punto si sono sollevate una serie di voci che parlano di incostituzionalità.

Non bastava, infatti, il redditest che ogni contribuente può volontariamente effettuare in forma anonima (scaricando il software sul proprio pc) per verificare che le spese effettuate siano coerenti con il proprio reddito.

Con il redditometro è l’Agenzia delle Entrate (Decreto del Ministro dell’Economia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 gennaio 2013) a scegliere il contribuente da controllare, verificando che il suo reddito dichiarato sia coerente con le 56 voci di spesa del redditometro. Per circa 30 di queste voci il Fisco potrà attingere a dati rilevati dalle banche-dati: ad esempio per i consumi elettrici prenderà i dati dalle bollette. Per le altre voci di spesa si metteranno a confronto eventuali dati emergenti dall’Anagrafe tributaria con le medie dell’Istat relative al tipo di famiglia cui appartiene il contribuente e alla sua area geografica.

L’Adusbef fa sapere che ha dato mandato ai propri legali “di impugnare in tutte le opportune sedi, dalle Commissioni tributarie al Tar del Lazio, il decreto ministeriale” sul redditometro. L’Associazione dei consumatori contesta proprio l’inversione dell’onere della prova. “Il nuovo redditometro – sottolinea l’Adusbef in una nota – è in palese violazione degli art.3, 24 e 53 della Costituzione e dello Statuto dei diritti del contribuente, poiché pone a carico del cittadino contribuente l’onere della prova, che in qualsiasi civiltà giuridica dovrebbe essere posto in capo all’amministrazione pubblica, la quale dispone di strumenti invasivi e di accesso ai conti correnti bancari e postali, non c’entra nulla con la lotta all’evasione, assomigliando ad uno strumento coercitivo teso a terrorizzare i contribuenti onesti piuttosto che gli evasori”.

Per l’Associazione dei consumatori “é solo un’inutile vessazione addossare l’onere della prova sulle spalle dei contribuenti, se l’amministrazione finanziaria già dispone tutte le informazioni”. Il Presidente Elio Lannutti ricorda l’ultima pronuncia della Cassazione (depositata il 20 dicembre 2012) secondo la quale è “il Fisco a dover provare l’incoerenza del reddito in ordine alla presunzione semplice dell’accertamento sintetico, essendo lo stesso redditometro uno strumento di accertamento sintetico che permette al Fisco di formulare solo una presunzione semplice non una presunzione legale, e quindi non può scaricare l’onere della prova sulle spalle del contribuente”. Adusbef sottolinea infine che il redditometro “invece di contribuire alla lotta all’evasione ed all’elusione fiscale, sta ottenendo l’effetto di un ulteriore risentimento dei contribuenti onesti, spesso perseguitati, verso il Fisco ed un vero e proprio Stato di Polizia fiscale”.

Anche Adiconsum chiede che la normativa sul redditometro venga rivista, eliminando quelle storture che rischiano di penalizzare i contribuenti più onesti. “La lotta all’evasione fiscale è una battaglia di civiltà – dichiara Pietro Giordano, Segretario generale Adiconsum – ma è anche una battaglia di equità che deve portare ad un abbattimento delle tasse nei confronti dei soliti noti, cioè i lavoratori dipendenti e i pensionati, che sono la parte più debole del Paese, oltre che i maggiori contribuenti”. Giordano denuncia anche il problema della retroattività, visto che l’Agenzia delle Entrate inizierà a controllare le dichiarazioni dei redditi del 2010. “Non è possibile che si chieda retroattivamente alle famiglie la conservazione delle ricevute e delle fatture dal 2009, equiparando la contabilità familiare alla contabilità aziendale, così come non è possibile che l’onere della prova sia a carico del consumatore e non dello Stato. Su quest’ultima stortura, tra l’altro, si è espressa anche la Corte di Cassazione. Vista l’enorme mole di dati in possesso dello Stato, compreso l’accesso ai conti correnti personali – conclude Giordano – oggi sono possibili tutti i controlli per colpire duramente i veri evasori fiscali e non accanirsi su chi, magari dopo 30 anni di sacrifici, si è permesso una vacanza di 3.000 euro”.

 

GAS: UNA RIFORMA IN TRE FASI PER RIDURRE LE BOLLETTE

Trasferire ai consumatori i benefici che derivano dallo sviluppo di un mercato all’ingrosso del gas concorrenziale in Italia, arrivando ad una riduzione complessiva della bolletta della famiglia-tipo del 6%–7% su base 2013: tutto ciò a partire dal prossimo aggiornamento di aprile, con un percorso all’insegna della gradualità.

Sono questi i capisaldi della riforma delle condizioni economiche del servizio di tutela gas delineata nel nuovo documento di consultazione dell’Autorità per l’energia che prevede anche l’introduzione di specifici strumenti regolatori per promuovere l’abbondanza di offerta, un assetto concorrenziale stabile e il progressivo svincolamento dei prezzi del gas dai contratti di lungo termine.

L’intervento si inquadra nell’ambito della profonda evoluzione -ancor più evidente in Italia che in Europa- del mercato del gas, dove la sensibile contrazione della domanda, l’aumento dell’offerta e le nuove regole europee e nazionali, fortemente volute e introdotte dall’Autorità stessa, hanno favorito lo sviluppo di una reale concorrenza e l’allineamento dei prezzi all’ingrosso con quelli degli altri mercati europei.

L’obiettivo della riforma è garantire ai consumatori un servizio di qualità e una tutela di prezzo, attraverso un percorso strutturato in tre fasi, secondo il principio di gradualità previsto dalla legge n. 1/12 (“Cresci Italia”).

Nella prima fase, tra il 1° aprile e il 30 settembre 2013, il prezzo della materia prima gas verrà calcolato aumentando dall’attuale 5% al 20% le quotazioni spot degli hub esteri, oggi più vantaggiosi dei contratti di lungo periodo. Quindi, il “peso” dei prezzi spot esteri (che oggi incide solo per il 5% sul calcolo della materia prima mentre i cosiddetti take or pay rappresentano il 95%) da aprile aumenterà al 20% (i pesi diventano 80% e 20%).

Nella seconda fase, dal 1° ottobre, viene previsto un metodo innovativo di calcolo della materia prima, con un passaggio al 100% a prezzi spot che si formeranno sulla borsa gas, il mercato a termine di prossimo avvio da parte del GME (Gestore dei Mercati Energetici).

In una terza fase, che partirà non prima del 1° ottobre 2014, l’Autorità ha previsto la possibilità di introdurre specifici strumenti per tutelare i consumatori da eventuali picchi di prezzo o da improvvise carenze di gas.

La decisione di attivare o meno questi strumenti, che sostituiscono la precedente “assicurazione” contro il caro-gas, verrà presa in futuro solo se ci sarà l’effettiva possibilità che le attuali dinamiche di prezzo si invertano. (Fonte: Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas)

 

PRODOTTI PIU’ SICURI E CONDIZIONI EQUE NEL MERCATO INTERNO

La Commissione europea ha proposto nuove norme per rendere più sicuri i prodotti di consumo che circolano nel mercato unico e potenziare la vigilanza per tutti i prodotti non alimentari, compresi quelli importati da paesi terzi. Questa iniziativa contribuirà a rafforzare la tutela dei consumatori e a creare condizioni eque per le imprese. I prodotti non sicuri non dovrebbero raggiungere i consumatori, ma se ciò accadesse sarà possibile ritirarli rapidamente dal mercato grazie a migliori tecniche di identificazione e tracciabilità.

Una volta adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio, le nuove norme saranno applicate dalle autorità nazionali di vigilanza del mercato degli Stati membri, che potranno contare su una cooperazione rafforzata e disporranno di strumenti più efficaci per effettuare i controlli.

Le due proposte legislative sono integrate in un piano pluriennale che delinea 20 azioni concrete da realizzare entro il 2015 per migliorare la vigilanza del mercato nell’ambito del quadro normativo attuale e fino all’entrata in vigore delle nuove norme.

Antonio Tajani, Vicepresidente e Commissario europeo per l’Industria e l’imprenditoria, ha dichiarato: “Per cogliere tutti i benefici economici del mercato unico abbiamo bisogno di norme sofisticate in materia di sicurezza dei prodotti, che devono essere sostenute da un sistema di attuazione efficace e ben coordinato a livello di Unione. Coordinando meglio i controlli di sicurezza, in particolare alle frontiere esterne dell’UE, combatteremo anche la concorrenza sleale di operatori scorretti, disonesti o criminali”.

Tonio Borg, Commissario europeo per la Salute e la politica dei consumatori, ha aggiunto: “I consumatori si aspettano che i prodotti presenti sul mercato europeo siano sicuri. Le imprese si aspettano di operare in condizioni di parità. Le autorità devono disporre di strumenti adeguati per operare in modo efficiente ed efficace. Il pacchetto di proposte che la Commissione ha adottato oggi mira a soddisfare tutte queste aspettative. Siamo convinti che i consumatori, le imprese e le autorità nazionali trarranno grandi benefici da norme chiare e coerenti in tutto il mercato unico, da una vigilanza del mercato più efficace e da una migliore tracciabilità dei prodotti”.

Le proposte saranno discusse in sede di Parlamento europeo e di Consiglio. L’entrata in vigore della nuova normativa è prevista per il 2015. (Fonte: Press Release – Commissione Europea)