In un momento in cui crolla il potere d’acquisto dei consumatori e le famiglie vivono una fase di deprivazione, sono indecorosi i compensi di alcuni personaggi televisivi e il costo di format spacciati per nuovi, ma che, sinceramente, non sembrano neanche così originali. Viene da chiedersi: fino a che punto è legittimo spendere per tentare il successo di un programma televisivo, soprattutto se si tratta di soldi pubblici? Non ci rassicura, poi, la presa di distanza del Direttore generale Luigi Gubitosi che, proprio in relazione al “milione a puntata” di investimenti per il programma “The voice”, ha dichiarato di “non essere al corrente di tutto ciò che accade all’interno della sua azienda”; ma allora: chi avrebbe dovuto saperlo?
Ci auguriamo che la dirigenza della Rai voglia dare al più presto spiegazioni su una decisione che va contro i piani aziendali che lo stesso Gubitosi ha annunciato, ma soprattutto che grava sulle tasche degli italiani che, dalla televisione pubblica, vorrebbero ben altro servizio e soprattutto molta più trasparenza.